Spiriti con le zampe: Animali Guida - parte 2
(articolo pubblicato per la prima volta sulla rivista Sirio del 12 aprile 2019)
Recupero dell’Animale Guida
Dal momento che gli Animali Guida sono legati a noi e alla nostra forza vitale, tanto che la perdita dell’Animale arriva ad influire sulla salute psico-fisica della persona, esiste una tecnica specifica, per far sì che un praticante possa operare un recupero di un Animale Guida del passato per un’altra persona. Riportare un Animale Guida ad una persona che si trova in un momento di difficoltà di varia natura, significa prima di tutto riportarle una ventata di energia a supporto del momento complesso, ma alle volte anche riportare ricordi e sensazioni da una fase di maggiore forza del suo passato. Il recupero dell’Animale Guida è infatti uno dei primi interventi che è possibile fare nell’ambito del così detto Shamanic Healing, per eseguire il quale è necessario ricevere un addestramento specifico.
Animale Guida, di Potere o Totem?
Capita di consueto di veder usare i termini Animale Guida, di Potere o Totem come sinonimi, spesso con una grande diffusione dell’uso del termine Totem. Si prospetta quindi la necessità di fare un po’ di chiarezza, dato che i termini non sono del tutto interscambiabili: Animale Guida e Animale di Potere sono effettivamente sinonimi, mentre l’Animale Totem è un’altra cosa, concettualmente parlando. Non è improbabile o raro che un animale guida e totem combacino, ma le due definizioni indicano cose diverse, con funzioni diverse, non assimilabili a priori.
In termini più strettamente antropologici, il fenomeno del totemismo è relativamente complesso ed esistono diverse teorie. C’è chi sostiene che il totemismo sia una manifestazione di stampo unicamente sociale e quindi a carattere collettivo e chi invece propende per l’esistenza anche di un totemismo più strettamente individuale.
È necessario premettere come molte culture tradizionali facciano risalire i propri antenati ad un animale, che spesso dunque diviene l’animale totem della famiglia allargata o del clan. C’è quindi un rapporto con questo animale che entra nella sfera sociale e affettiva dell’uomo. Tanto è vero che nella lingua nativa delle popolazioni del Canada da cui il termine proviene, la parola “totem” identifica un rapporto di parentela.
Esistono inoltre varie declinazioni ed espressioni di totemismo che dimostrano come il totemismo non risponda a bisogni pratici, ma culturali: l’associazione ad un animale è uno dei modi più forti per veicolare significati e valori. Antropologicamente dunque non esiste “un” totemismo come fenomeno unitario, ma varie espressioni di esso con differenze culturali.
Animali come magici tramiti del Divino
C’è qualcosa di speciale che ci lega agli Animali. Da sempre. Basta saper ascoltare, basta saper guardare. Questo non è vero solo nel mondo sciamanico e di stampo animista, è vero sempre e ovunque: nella tessitura della vita dell’uomo gli animali sono onnipresenti e, a ben guardare, imprescindibili. Il legame con l’animale e la ricerca della presenza animale nella vita dell’uomo è innata e intrinseca.
Come nota Claude Lèvi-Strauss (antropologo, psicologo e filosofo francese, 1908 - 2009) “Nella storia dell’uomo l’animale non è solo stato buono da mangiare ma anche buono da pensare”.
La ricerca costante del rapporto con il mondo animale da parte dell’uomo, tende probabilmente a voler sconfiggere l’arroganza antropocentrica con il suo fardello di sofferenza, ingiustizia e crudeltà. In tutta la storia dell’uomo vi è sempre stato un legame biunivoco con il mondo animale, sia da un punto di vista pratico, che religioso/spirituale, emotivo e psicologico, ma anche sociale e persino artistico-estetico.
Osservando gli animali in natura, l’uomo ha sempre potuto trovare in essi qualcosa di superiore a sé, qualcosa di quasi sovrannaturale e affascinante: tutte le caratteristiche che gli animali possiedono maggiormente sviluppate rispetto alle nostre. Sono più forti, più veloci, più agili, vista, udito ed olfatto raffinati, hanno incredibili strategie di sopravvivenza… e tutto questo sfuma nel meraviglioso, nel magico e fantastico. C’è un sostrato di rispettosa reverenza nei confronti del mondo animale e delle sue potenzialità.
Non stupisce, dunque, che l’uomo abbia idealmente collocato la presenza animale nell’ambito del magico, religioso e spirituale (nel bene e nel male a seconda di casi ed epoche).
Fin dai tempi più antichi, infatti, possiamo osservare l’associazione animale/divino in diverse forme. Nel modo più semplice e diretto, l’animale veniva considerato un messaggero delle divinità, piuttosto che un favorito (da qui le pratiche opposte del taboo e del sacrificio).
Agli animali sono legati miti, riti propiziatori e di passaggio, superstizioni e tecniche divinatorie.
Anche in forme più complesse, che già prendono uno stampo più marcatamente religioso e non solo prettamente spirituale, possiamo vedere come la forma più alta, spirituale e akashika di una divinità sia spesso rappresentata dalla sua forma animale (si pensi al mondo dell’antico Egitto).
Le qualità misteriche degli animali, che li legano in modo indissolubile alla sfera del sacro, sono riconducibili ad una sorta di continuità tra ambito divino e ambito animale, appunto. In altri termini l’uomo ritiene che gli animali in generale, ed alcune specie in particolare, siano graditi agli dei: la divinità parla attraverso l’animale, si traveste da animale, lo elegge a suo alter ego, ne fa un messaggero, altre volte l’animale diviene forma alternativa della divinità (si pensi ai numerosi casi in cui Zeus assume l’aspetto di un animale per avvicinare più facilmente le donne che desidera conquistare).
L’animale, con le sue connotazioni che lo inseriscono nell’ambito del magnifico e magico, diventa in questo modo ponte con il divino: questa è anche, per esempio la concezione che i popoli Nativi Americani hanno degli uccelli, dato che possono volare più vicini al Creatore.
Animali, sciamani, comunicazione e Antenati
Qualcosa accomuna alla radice tutti questi aspetti, che da questa radice ovviamente derivano, sebbene mutando anche molto nel tempo: il desiderio di comunicare con gli animali in modo diretto. Si tratta di una spinta antica e profonda, rimanda all’arcana unità del Passato Mitico, ormai dimenticata per l’uomo che, nella maggior parte dei casi, ha perso la capacità di esprimersi e comprendere attraverso l’antico linguaggio universale di cui parlano i miti antichi. Questo privilegio è ormai ridotto a pochi individui e tra costoro compaiono, appunto, gli sciamani che, grazie allo stato modificato di coscienza possono non solo comunicare direttamente con le forme spirituali che chiamiamo Animali Guida o Animali di Potere, ma persino recarsi, in spirito, presso gli Altri Mondi per riportare saggezza e conoscenza.
Alcuni dei miti più antichi dei popoli tradizionali narrano infatti di come i primi sciamani fossero animali; presso certe popolazioni alcuni animali godevano del rispetto dovuto ad un importante membro della tribù e si tributavano loro onori funebri, preghiere, offerte, venivano appellati con epiteti familiari (fratello, cugino, nonno…), allo stesso modo in cui, come abbiamo visto, il rapporto dello sciamano con i suoi Spiriti Animali, denota uno stretto legame familiare.
In modo simile, in moltissime aree del mondo, le popolazioni di tradizione sciamanica fanno risalire la loro stessa parentela agli animali. In alcuni casi la parentela era di un ceppo familiare o di una intera tribù (da questa presenza prende il via il fenomeno del totemismo collettivo). Come è naturale, nella maggior parte delle società tradizionali, gli Animali di Potere fanno parte della fauna autoctona: le popolazioni hanno con questi animali un contatto nella vita quotidiana, sono parte del loro ambiente, delle loro tradizioni, dei miti e delle leggende.
